La “Certificazione di parità di genere” introdotta nel 2021 in Italia dal legislatore ha il dichiarato obiettivo di incentivare le aziende ad adottare policy adeguate finalizzate a ridurre il divario di genere in azienda, oltre che ad aumentare le assunzioni di donne anche in ruoli dirigenziali.

Le linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere prevedono l’adozione di specifici KPI (key performance indicators) che possono consentire a tutte le aziende che hanno alle loro dipendenze donne (anche con 1 solo dipendente) la richiesta della “Certificazione della parità di genere” grazie alla quale potranno usufruire di importanti vantaggi:

• riduzione e/o esonero del versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro (fatta eccezione per l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche), fino all’1% ed entro un massimo di 50 mila Euro;
• maggiori punteggi nelle graduatorie in ambito di appalti pubblici;
• vantaggi reputazionali e più attrattività nei confronti dei lavoratori, anche in fase di selezione del nuovo personale.

Le micro-aziende (da 1 a 9 addetti) e le piccole (da 10 a 49 addetti) devono essere monitorate solo in relazione ad alcuni obiettivi, con una differenziazione rispetto alle medie imprese (50-249 addetti) e alle grandi (250 addetti e oltre). Sono escluse dall’applicazione della norma le partite Iva che non hanno dipendenti o addetti.

Il team di Knight’s Bridge è in grado di effettuare un check-up completo dell’azienda per verificare quali sono i gap da colmare per poter essere conformi alla norma e richiedere la certificazione, godendo così dei benefici indicati.

Inoltre Knight’s Bridge può supportare nella stesura del bilancio biennale sulla parità di genere, obbligatorio per le aziende con più di 50 dipendenti.